mercoledì 12 novembre 2008

QUINTO GIORNO

E’ l’ultimo giorno perché dobbiamo rientrare e non ce la facciamo a terminare il giro dell’Alta Via. Decidiamo di rimandare il completamento alla prossima primavera. Giampaolo ci lascia addirittura subito, dopo dieci minuti di cammino. Ha fretta perché deve andare a vendemmiare. Dice che non è divertente come raccogliere le mele a Gargazzone ma vale ugualmente la pena. Io e Giulia proseguiamo direzione Hochmut. Mi sento come il grande alpinista che arrivato a 100 metri dalla cima dell’Everest deve rinunciare per sopravvenuta tempesta. Il percorso di oggi è tutto a mezza costa con bellissima vista sulla Val Passiria. Come ieri, d’altronde. La montagna è talmente ripida che ogni tanto ci sono cartelli di “caduta massi”. Il bosco è tutto rosso di faggi autunnali. Arriviamo a Longfall, dove ci dovrebbero essere delle cascate ma le cascate non sono granché, una è addirittura secca. Da qui si può continuare per l’Alta Via (quello che facciamo noi), arrampicarsi verso i laghi di Sopranes (deve essere bellissimo) oppure scendere in pianura verso Tirolo (molti turisti arrivano proprio da giù, è una passeggiata tipica). Alla Longfall Gasthause ci spariamo una torta di grano saraceno e sciroppo di sambuco. La Longfall una salita tremenda, tutta gradini faticosissimi. E poi, dopo un’ora e mezza, siamo a Talbauer, ci mangiamo una gerstsuppe e ci fiondiamo sulla funivia. Per quest’anno è tutto. Il nostro idillio con l’Alta Via di Merano è temporaneamente sospeso.

domenica 19 ottobre 2008

QUARTO GIORNO

Giampaolo si sveglia abbastanza presto ma durante la notte si è alzato spesso per fare la pipì. Dice che non gli succede da tanto tempo. Per la precisione da quando raccoglieva le mele a Gargazzone. Giulia sembra che abbia sistema il ginocchio a forza di massaggi. Ieri sera abbiamo cenato con un salutare brodino. Io ero cotto. Giulia e Giampaolo hanno chiacchierato a lungo con la vecchina, la madre del gestore del maso, mentre io me la dormivo alla grande. La vecchina ha raccontato che quando andava a scuola lei il regime le vietava di parlare tedesco (nella disgrazia: adesso parla benissimo l’italiano al contrario di tanti altri). Ha raccontato anche della grande frana di tanti anni fa, sul versante opposto della Val Passiria, Di notte, un boato pazzesco. Ha detto anche, facendo sbarrare gli occhi a Giampaolo, che “certi vecchi oggi sono più caldi di tanti giovani”. Che cosa avrà voluto dire?
Oggi vediamo il nostro quarto animale, una salamandra. Giampaolo la tortura perché si metta in posa per la sua macchina fotografico. Il paesaggio e l’ambiente sono sempre molto belli ma c’è qualcosa che non mi quadra e oggi scopro che cosa è esattamente. E’ tutto molto naturale ma è come se una fitta rete di qualcosa sovrastasse la natura. E scopro che cosa è. Sono i fili delle teleferiche (ogni maso ne ha almeno una), i fili del telefono e della elettricità (i masi sono ben serviti anche quelli in posti inaccessibili) e soprattutto i tubi Geberit che portano l’acqua dovunque appoggiati sui campi. Una volta esisteva un raffinatissimo sistema idraulico, fatto di migliaia di km di canalini (chiamati waal) che facevano in modo che nessuna goccia d’acqua andasse persa prima di contribuire all’irrigazione. L’attuale sistema dei tubi di plastica è sicuramente più efficace ma decisamente più invasivo.
La camminata di oggi ci riempie gli occhi di verde. I campi sono bellissimi. E ripidissimi. Anche i boschi sono su pareti della valle spesso quasi verticali. Noi camminiamo su una cengia a volte naturale a volte artificiale. Le capre la fanno da padrone e se ne fregano ma noi ci chiediamo come facciano i contadini a falciare l’erba e soprattutto come facciano le mucche a pascolare.
Facciamo quattro calcoli: non ce la facciamo a terminare il giro (siamo andati pianissimo) e decidiamo di interromperlo domani ai masi di Hochmuth dove una veloce funivia ci porterà a valle, a Tyrol. Poi prenderemo il bus per Merano, il trenino per Naturno e infine il taxi per Casera di Fuori. Termineremo l’Alta Via in seguito. Ci fermiamo a dormire a Brunner. Praticamente una pensione. Tranne la prima notte, a Maso Gelato, non abbiamo mai dormito in rifugi. Sempre in pensioni, in alberghetti e cose del genere. La vita del rifugio ci è veramente mancata.